Novembre 12, 2022|In Stufe
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Come regolare la stufa a pellet per consumare meno

Con i costi dell’energia in crescita e l’inverno alle porte, molti di noi si ingegnano per far lavorare i propri impianti a biomassa nel modo più efficiente e previdente possibile. La buona notizia è che in molti casi questo è possibile, dal momento che il pellet racchiude una resa termica eccezionale e – se bruciato in una stufa o una caldaia di qualità – permette una gestione efficace del rilascio di calore nel tempo. Ecco quindi come regolare la stufa a pellet per consumare meno, con poche semplici regole.

 

Tenere la stufa accesa tutto il giorno

Accendere la stufa soltanto la mattina e la sera appare logico, soprattutto se durante la giornata si è fuori casa o se si vuol riscaldare una porzione ridotta dell’abitazione. Non è detto, tuttavia, che sia il modo più efficiente di gestire la situazione: incrementare la temperatura all’interno di un ambiente è infatti assai più dispendioso – in termini di pellet consumato – che mantenerla costante.
Soprattutto se l’edificio non è ben coibentato e rilascia calore all’esterno, l’energia termica accumulata la mattina si sarà completamente dispersa prima di sera. La stufa sostiene perciò uno sforzo molto costoso ben due volte al giorno. In casi come questo può valer la pena sperimentare una strada diversa: regolare la stufa a pellet in modo che mantenga una temperatura bassa ma costante per tutta la giornata, in modo da impedirne il crollo, e aumentare lievemente la potenza nelle ore in cui si è in casa. Nel giro di pochi giorni si potrà così verificare se il consumo complessivo di pellet è diminuito a parità di comfort. Potresti sorprenderti!

 

Regolare la canalizzazione ad hoc

Nel caso delle stufe a pellet canalizzate – salta pure questo paragrafo se possiedi una termostufa o una caldaia a pellet – la regolazione dei flussi d’aria calda diretti nei diversi locali può giocare un ruolo fondamentale. Il volume da riscaldare, così come l’esposizione e lo sviluppo verticale della casa, influenzano la capacità della stufa di diffondere il calore in modo uniforme.
Al fine di mantenere una stessa temperatura costante in tutte le parti dell’abitazione potrebbe essere utile modulare la potenza della ventola in modo differente per ciascun condotto – naturalmente, a patto di possedere stufa che consente questo tipo di controllo. Prevenendo sbalzi termici eccessivi all’interno dell’abitazione si può evitare che il differenziale determini una movimentazione d’aria e il conseguente rischio di una maggiore dispersione.
Infine, se ci si ritrova con un calorifero severamente sotto-dimensionato o dislocato in un punto inappropriato, può valer la pena rinunciare a scaldare alcuni locali in favore di altri. Non è certo una soluzione ottimale, ma può essere un accorgimento assai più efficace di quanto ci aspetteremmo. È frequente ad esempio che escludendo dall’area “calda” i locali più distanti il consumo complessivo di pellet diminuisca della metà o più, rendendo economicamente sensato scaldare queste stanze una fonte di calore diversa (una stufa elettrica, ad esempio).

 

Effettuare regolarmente la manutenzione

La pulizia dei condotti e la rimozione della cenere sono operazioni quotidiane che possono salvaguardare l’efficienza della stufa negli anni. Queste, aggiunte alla manutenzione periodica effettuata da un tecnico qualificato, sono la chiave per non arrivare mai a porsi il problema che dà il titolo all’articolo. Ma dal momento che stai leggendo, probabilmente per questo consiglio è già tardi.
Se hai constatato che i tuoi consumi di pellet aumentano di anno in anno, probabilmente è il caso di valutare una revisione dell’apparecchio effettuata da un tecnico qualificato. Piccole deformazioni meccaniche nei punti critici potrebbero influenzare pesantemente la performance della stufa, soprattutto se si tratta di un prodotto datato o di fascia economica.

Utilizzare solo pellet di qualità può sembrare banale, ma il modo migliore per assicurare che la propria stufa a pellet funzioni al massimo del rendimento e si mantenga efficiente nel tempo è alimentarla con pellet di qualità. Il migliore, com’è noto, è quello composto al 100% di abete bianco. Esistono alternative più economiche e comunque accettabili, purché non si rinunci alla certificazione EN-PLUS, unica vera garanzia di conformità agli standard ecologici ed energetici su cui sono tarate la maggior parte delle stufe e delle caldaie.

Tutti questi accorgimenti osservati assieme sono in grado di fare la differenza tra un consumo consapevole e un evitabile spreco di risorse. L’esatta alchimia di impostazioni capaci di garantire il miglior rapporto tra consumi e comfort è diversa per ciascuna abitazione. È necessario dedicare del tempo a sperimentare varie soluzioni – chiaramente nel contesto di una situazione climatica stabile – per individuare il modo migliore di regolare la propria stufa a pellet così da ridurre i consumi in modo stabile e duraturo.

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